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Il 1 gennaio 1994 l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZNL) insorge nello stato del Chiapas, sud est del Messico, occupando i comuni di San Cristobal de Las Casas, Ocosigo, Altamirano ed altri. L'intervento dell'esercito federale è immediato e brutale. Bombardamenti, killeraggi, torture, arresti arbitrari. Dopo soli dodici giorni, grazie anche alle imponenti manifestazioni svoltesi a Città del Messico contro le repressioni dell'esercito, il governo messicano è costretto a concordare una tregua. Da allora l'EZLN ha svolto un ruolo politico di primo piano: le sue richieste sono le richieste non solo della popolazione indigena del Chiapas, ma di tutto il popolo messicano. Migliori condizioni di vita, case, lavoro, assistenza sanitaria, educazione e soprattutto libertà, democrazia e giustizia. Nel dicembre del 1994 la borsa messicana subisce un'incrediblie ed imprevedibile tracollo. Quello che sembrava il paradiso degli imprenditori nordamericani, che grazie al NAFTA (trattato di libero commercio tra Canada, Usa e Messico) riuscivano a fare strabilianti profitti, si dimostra improvvisamente un bluff. Nei primi giorni del febbraio 1995, il nuovo presidente messicano Zedillo ordina un nuovo attacco ai territori controllati dall'EZLN, spiccando anche mandati di cattura per tutti gli appartenenti al Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno direzione generale dell'EZLN, tra cui il sub comandante Marcos. Il motivo della nuova aggressione è da ricercarsi nelle pressioni della finanza internazionale, soprattutto degli Usa, che con un prestito congiunto insieme al Fondo Monetario Internazionale, di 40 miliardi di dollari, cercano di recuperare i profitti perduti, e con l'azione militare l'annientamento della rivolta del Chiapas, la stabilità politica necessaria perchè il Messico continui ad essere la loro miniera d'oro. Nel marzo 1995 ancora per merito della resistenza indigena e delle mobilitazioni internazionali contro l'oppressione si è raggiunta un'altra tregua, ma ormai lo scontro tra capitalismo internazionale ed interessi dei lavoratori, degli sfruttati, dei marginalizzati di tutto il mondo si è aperto, e non riguarda più soltanto gli indigeni del Chiapas i quali hanno il merito di aver dato al mondo una grande lezione di lotta e dignità. <br />ZAPATA VIVE LA LUCHA SIGUE (ZAPATA VIVE LA LOTTA CONTINUA).
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Il 1 gennaio 1994 l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZNL) insorge nello stato del Chiapas, sud est del Messico, occupando i comuni di San Cristobal de Las Casas, Ocosigo, Altamirano ed altri. L'intervento dell'esercito federale è immediato e brutale. Bombardamenti, killeraggi, torture, arresti arbitrari. Dopo soli dodici giorni, grazie anche alle imponenti manifestazioni svoltesi a Città del Messico contro le repressioni dell'esercito, il governo messicano è costretto a concordare una tregua. Da allora l'EZLN ha svolto un ruolo politico di primo piano: le sue richieste sono le richieste non solo della popolazione indigena del Chiapas, ma di tutto il popolo messicano. Migliori condizioni di vita, case, lavoro, assistenza sanitaria, educazione e soprattutto libertà, democrazia e giustizia. Nel dicembre del 1994 la borsa messicana subisce un'incrediblie ed imprevedibile tracollo. Quello che sembrava il paradiso degli imprenditori nordamericani, che grazie al NAFTA (trattato di libero commercio tra Canada, Usa e Messico) riuscivano a fare strabilianti profitti, si dimostra improvvisamente un bluff. Nei primi giorni del febbraio 1995, il nuovo presidente messicano Zedillo ordina un nuovo attacco ai territori controllati dall'EZLN, spiccando anche mandati di cattura per tutti gli appartenenti al Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno direzione generale dell'EZLN, tra cui il sub comandante Marcos. Il motivo della nuova aggressione è da ricercarsi nelle pressioni della finanza internazionale, soprattutto degli Usa, che con un prestito congiunto insieme al Fondo Monetario Internazionale, di 40 miliardi di dollari, cercano di recuperare i profitti perduti, e con l'azione militare l'annientamento della rivolta del Chiapas, la stabilità politica necessaria perchè il Messico continui ad essere la loro miniera d'oro. Nel marzo 1995 ancora per merito della resistenza indigena e delle mobilitazioni internazionali contro l'oppressione si è raggiunta un'altra tregua, ma ormai lo scontro tra capitalismo internazionale ed interessi dei lavoratori, degli sfruttati, dei marginalizzati di tutto il mondo si è aperto, e non riguarda più soltanto gli indigeni del Chiapas i quali hanno il merito di aver dato al mondo una grande lezione di lotta e dignità. <br />ZAPATA VIVE LA LUCHA SIGUE (ZAPATA VIVE LA LOTTA CONTINUA).
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